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· ALCUNI DEI NOSTRI LAVORI ·


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Localitá Petrosi - Comune di Briatico

Progetto di recupero paesaggistico ambientale di una cava di sabbia
con coltivazione

Anno 2009
cava

Un'attività estrattiva condotta irregolarmente per decenni ha progressivamente prodotto un fronte di scavo che, oltre a costituire un indubbio elemento di disturbo dal punto di vista paesaggistico, si è rivelato in precario equilibrio, e quindi pericoloso.

L'Ordinanza Comunale di messa in pristino, mirata a sanare tale situazione, ha reso necessario un approfondito studio per la messa in sicurezza ed il ripristino dell'area.


sezione di scavo

Rilievi e analisi preliminari hanno evidenziato come il raggiungimento di tali obiettivi fosse possibile solo attraverso una coltivazione mirata alla riprofilatura dell'attuale fronte e al ripristino delle condizioni paesaggistico-ambientali naturali.

Integrando le normali tecniche di ripresa aerea con un rilievo GPS di precisione è stata ottenuta una aerofotogrammetria di dettaglio che, oltre a fornire una fedele rappresentazione dello stato di fatto, ha rappresentato il riferimento di tutti gli elaborati progettuali del nuovo scavo, i cui dettagli sono stati costantemente valutati con riguardo all'intero contesto territoriale e non già, come si opera solitamente, nel ristretto perimetro della proprietà.

Una volta stabilita, sotto lo squisito aspetto geotecnico, la "sezione tipo" in grado di soddisfare le necessarie verifiche di stabilità, la geometria del nuovo fronte di scavo è stata sviluppata nelle tre dimensioni avendo cura, da un lato di osservare le varie fasce di rispetto, dall'altro di ottenere un pieno reinserimento nella morfologia naturale delle aree circostanti.

Il versante interessato sarà così rimodellato fino a riprodurre il profilo naturale dei terreni limitrofi, mentre i volumi che si prevede di prelevare nell'arco di tre anni di coltivazione, saranno il quantitativo minimo indispensabile per raggiungere lo scopo.


Questi ultimi sono stati calcolati analiticamente grazie ai DTM elaborati per ogni anno di coltivazione, materializzandone la reale distribuzione, sia parziale che complessiva, con una rappresentazione tridimensionale ad elementi finiti.

Con le funzioni di surface analysis "cut/fill", si è operata una vera e propria sottrazione matematica fra le superfici del terreno, così come saranno modificate progressivamente dall'attività estrattiva.

Una serie di prismi a base quadrata di lato 2.00 m, e dell'altezza pari alla differenza di quota topografica di ogni cella, rappresentano i volumi che si prevede di scavare ogni anno.

Gli stessi DTM hanno inoltre permessso di rappresentare realisticamente l'avanzamento delle fasi di scavo e di ripristino nei 3 anni di coltivazione.

Il rendering 3D con il drappeggio dell'ortofoto a colori permette di prefigurare al meglio sia la futura geometria del versante che l'impatto paesaggistico delle fasi lavorative. Altrettanto efficace è la dimostrazione del livello di reinserimento dell'area di cava nel contesto territoriale.


3D

Un'ultima elaborazione di grande utilità circa la valutazione dell'impatto paesaggistico ambientale dell'intervento è rappresentata dalla Carta della visibilità potenziale, ottenuta dalla funzione "viewshed" che permette di valutare sul DTM il grado di visibilità dell'area di cava dalle aree circostanti.

visibilità.JPG

DAL 15.01.2010 IL PROGETTO ASPETTA DI ESSERE SOTTOPOSTO A VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÁ A V.I.A. PRESSO GLI UFFICI DEL DIPARTIMENTO POLITICHE DELL'AMBIENTE DELLA REGIONE CALABRIA.
LASCIAMO A VOI OGNI CONSIDERAZIONE.

 

Amministrazione Comunale di Nicotera

Indagine idrogeologica in località Piana Pugliesa

Anno 1995

Un'indagine idrogeologica finalizzata alla perforazione di un pozzo per potenziare gli approvvigionamenti idropotabili della rete idrica comunale. Un lavoro che dimostra come, pur con limitati mezzi a disposizione, se si ha voglia di lavorare, è possibile ottenere ottimi risultati e grandi soddisfazioni.

Prevedendo anche l'assistenza alla perforazione ed al completamento, nonchè l'esecuzione della prova di emungimento per determinare la portata d'esercizio, l'incarico (successivamente esteso alla direzione lavori) si è articolato in due fasi distinte:

  • l'indagine vera e propria, per individuare i siti idonei alla realizzazione del pozzo;
  • la determinazione delle caratteristiche idrodinamiche dell'opera finita, compresi il raggio d'influenza e l'area di salvaguardia.

Dopo i sopralluoghi e le analisi preliminari si è delimitata l'area di studio, che alla fine ha abbracciato anche una parte del territorio comunale di Limbadi. Il primo problema da risolvere è stato quindi dotarsi di una base cartografica omogenea, integrando la Carta Tecnica Comunale di Nicotera, alla scala 1:5.000, con la digitalizzazione della Carta Tecnica Regionale Casmez.

indagine idrogeologica Piana Pugliesa

Su una superficie di ca. 9 km² sono stati censiti 17 pozzi, che hanno costituito una rete di misura del livello piezometrico statico, e di temperatura, conducibilità elettrica e pH, direttamente in campo, sui campioni prelevati.

Per ogni pozzo è stata compilata un'apposita scheda con le principali caratteristiche tecnico-costruttive (misurate oppure ottenute da intervista ai proprietari) e la sua posizione plano-altimetrica.

Contestualmente alla campagna di misure è stato effettuato un celere rilievo geologico finalizzato alla delimitazione delle formazioni litologicamente omogenee dal punto di vista idrogeologico.

Allo stesso tempo è stata inoltre rilevata tutta una serie di dati, riguardanti lo scenario antropico, come i produttori reali o potenziali di inquinamento, o i potenziali ingestori, da integrare, in seguito, nella carta della vulnerabilità.

Dall'elaborazione dei dati acquisiti nella fase di campagna è stata ottenuta una carta piezometrica, che ha permesso di rappresentare, in quote assolute rispetto al livello del mare, la teorica geometria della superficie freatica e di individuare quindi le principali linee di deflusso sotterraneo.

L'analisi della piezometria ha inoltre chiarito i rapporti esistenti fra l'acquifero di Piana Pugliesa e quello che alimenta alcune delle sorgenti esistenti all'interno dell'area studiata.

Maggiori dettagli sulla dinamica dell'acquifero sono sati ottenuti dalle altre carte elaborate, come la la carta delle isoconduttive o della conducibilità elettrica, che ha permesso di chiarire le interferenze con il deflusso superficiale e di ricostruire, per grandi linee, l'andamento in sotterraneo delle varie formazioni osservate in affioramento.

La carta della vulnerabilità all'inquinamento è stata ottenuta, secondo le metodologie più all'avanguardia, sovrapponendo ad una valutazione della suscettività, da parte dell'acquifero, a ricevere e veicolare un potenziale inquinante, lo scenario antropico già citato.

All'individuazione dei siti idonei alla perforazione si é arrivati con una valutazione globale dell'insieme delle conoscenze acquisite, ma il primo parametro è stata la ricerca delle migliori condizioni idrodinamiche, tenendo conto non solo della migliore collocazione rispetto alle linee di flusso, ma anche della possibile interferenza con le altre captazioni.

Un peso fondamentale nel restringere il quadro delle aree di possibile escavazione lo hanno avuto valutazioni di carattere ambientale. Oltre che del reale impatto antropico e della qualità naturale delle acque, si è infatti tenuto conto del grado di protezione dell'acquifero nei confronti di potenziali fenomeni di inquinamento.

L'ultimo criterio (naturalmente non in ordine di importanza) è stato dettato dal rispetto delle distanze minime previste dall'art. 6 del D.P.R. 236/88.

Alla luce delle conoscenze acquisite sull'acquifero da intercettare, è stato possibile fornire all'amministrazione comunale un dettagliato "schema tipo" per definire i particolari esecuitivi del pozzo da realizzare.

Ad opera completata, una prova di emungimento di 72 ore ha permesso di definire con certezza matematica una portata d'esercizio di ben 15 l/s, nonchè il raggio di influenza e l'area di salvaguardia.

 

Localitá Scarcio-Colabrello - Comune di Vibo Valentia

Studio geomorfologico per la valutazione e per la zonazione
della pericolositá e del rischio di frana

Anno 2004

In località Scarcio Colabrello, nell'area a monte del cimitero di Longobardi, nel Comune di Vibo Valentia, il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.), nella sua stesura originaria, aveva individuato una zona franosa ed alcuni scorrimenti quiesecenti.

A tutti questi fenomeni era associata una pericolosità IP3, che rappresentava un limite per l’utilizzo urbanistico dell'area.

Per verificare l'effettiva pericolosità dei dissesti evidenziati dal P.A.I., è stato commissionato uno specifico studio geomorfologico finalizzato alla valutazione ed alla zonazione della pericolosità e delle varie frane.

Seguendo i dettami delle Linee Guida emanate dall’A.B.R., lo studio è stato impostato, secondo uno schema abbastanza lineare che è possibile schematizzare in tre differenti fasi:

  • Ricerca di fonti storiche;
  • Analisi di approfondimento;
  • Valutazioni di sintesi e proposte.

La prima fase, ovvero la ricerca di fonti storiche e bibliografiche, nonchè di documenti tecnici presso le Amministrazioni Pubbliche locali, come purtroppo è stato riscontarto in numerose altre occasioni, non hanno dato alcun esito.

La fase di approfondimento è stata avviata con l'analisi dell’assetto geomorfologico dell’intero versante mediante la fotointerpretazione in stereoscopia e l’elaborazione, dalla carta tecnica comunale, di un Modello Digitale del Terreno di elevato dettaglio.

Il DTM, si è rivelato di particolare efficacia nella ridefinizione dei limiti delle frane. La rappresetazione tridimensionale della superficie topografica è stata ancor più esaltata dalla sovrapposizione di una ortofoto a colori, che ha contribuito ad evidenziare i lineamenti geomorfologici, al punto da rendere facilmente riconoscibile il vero perimetro del movimento franoso principale (VIBO54).

3D

L'impiego del GIS non si è limitato alla elaborazione del modello digitale del terreno, ma ha ha permesso di ottenere, attraverso una metodologia semplice quanto efficace, la carta della instabilità potenziale, passando per la carta delle pendenze.

A queste analisi preliminari sono naturalmente seguiti i rilievi diretti sul terreno per una precisa definizione dei caratteri geologici, geomorfologici ed idrogeologici dell'intera area, ed una approfondita campagna di indagini in sito, con sondaggi geognostici e prospezioni geofisiche.

Nei fori dei vari sondaggi sono stati installati gli inclinometri necessari al monitoraggio di eventuali movimenti.

I sondaggi geognostici, con il prelievo di diversi campioni, hanno permesso di ottenere la parametrizzazione geotecnica necessaria all'esecuzione di una serie di verifiche di stabilità di pendio.

La fase conclusiva dello studio, quella delle valutazioni di sintesi, sulla scorta dei dati e delle informazioni acquisite, ha affrontato un'analisi critica delle "schede di frana" che ha dato organicità all'analisi finale dei singoli fenomeni.

Da tali valutazioni è infine scaturita una proposta di nuova perimetrazione, di ridefinizione della tipologia di movimento, e del relativo livello di pericolosità di ciascuna frana:

    VIBO54

  • ridefinizione dei limiti (nuova zonazione) con estensione dell’areale fino alla scarpata sottostante la S.S. 18;
  • riclassificazione della tipologia di movimento da scivolamento rotazionale a colamento in roccia;
  • ridefinizione della fascia di rispetto con totale annullamento lungo i fianchi della frana;
  • ridefinizione del livello di pericolosità associato da IP3 ad IP2.

    VIBO55

  • ridefinizione dei limiti (nuova zonazione) con riduzione dell’areale alla sola zona ad ovest del Cimitero di Longobardi;
  • riclassificazione della tipologia di movimento da zona franosa superficiale a zona interessata da deformazioni superficiali lente;
  • ridefinizione della fascia di rispetto per la sola area a valle dell’areale;
  • ridefinizione del livello di pericolosità associato da IP3 ad IP2.

    VIBO55-1

  • totale eliminazione.
frane ed aree a rischio definite dal PAI nel 2001 nuova perimetrazione proposta dallo studio ed approvata dall'ABR

La proposta di nuova classificazione è stata approvata dal Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino Regionale con deliberazione n° 90 del 16.12.2004.

 

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